I ristoranti, o meglio i gestori, sono preparati a ricevere i 20 milioni di turisti previsti per Expo? Non è questione di capienza o di numero di tavoli, ma di offerta culinaria e di preparazione linguistica. Per chi si sentisse un po’ impreparato è arrivato un manuale apposito: ‘Don’t worry eat happy’.
Gli Enti Bilaterali milanesi Ebiter Milano hanno lanciato poco più di un mese fa un’interessante iniziativa per preparare ad Expo i ristoratori e gli albergatori. Con ‘Don’t Worry be happy’, l’obiettivo è quello d’istruire gli esercenti, tramite un manuale e dei workshop, ad un’alimentazione corretta e sicura. Non solo: i ristoratori dovranno essere pronti a ricevere turisti vegetariani, vegani, che soffrono di particolari allergie, che seguono una dieta religiosa kasher o halal. Ristoratori, camerieri e gestori dovranno dunque poter rispondere a tutte le domande dei loro clienti, quindi sapere da dove proviene un determinato alimento e gli ingredienti specifici dei piatti proposti in menù. Expo apre le porte di Milano al mondo e quindi sarà molto più facile imbattersi in clienti che hanno esigenze alimentari particolari e se non si vuole fare l’ennesima figuraccia, forse i ristoratori dovrebbero iniziare a studiare, che il tempo stringe!
Dato che i turisti che visiteranno Expo difficilmente conosceranno la lingua italiana, Ebiter Milano prevede di impartire a ristoratori, albergatori e al personale che lavora nei pubblici servizi, lezioni di lingua; non solo d’inglese, ma anche di russo, spagnolo e cinese, dato che si prevede che un gran numero di visitatori di Expo arriverà proprio da quei Paesi. Essendoci anche abitudini diverse riguardo alle operazioni di cassa, è prevista anche una formazione riguardo al pagamento digitale.
In merito all’iniziativa ‘Don’t worry eat happy’, il presidente di Ebiter Milano, Umberto Bellini, ha affermato: “Ogni tipo di alimentazione ha delle regole da rispettare. il nostro obiettivo è rendere gli operatori informati e consapevoli. E’ anche un modo per colmare un vuoto”.
Mario Bonicalza, autore del manuale, ha invece dichiarato riguardo alle abitudini dei clienti: “Prima erano interessati all’origine dei cibi, ora vogliono sapere che cosa contengono. Sono molto informati e attenti, si aspettano che il ristoratore lo sia allo stesso modo.”
Nel manuale sono dunque descritti usi e costumi in materia di cibo, prendendo in esame le diverse culture, nazionalità e religioni perché come ha affermato Bellini: “Solo così possiamo mostrare che siamo capaci di accogliere i turisti con un’offerta di alto livello.”
Ci auguriamo solo che i ristoratori e gli albergatori siano più svegli e rapidi nell’imparare terminologie linguistiche ed ingredienti, di quanto non lo siano state le aziende addette ai lavori di Expo, che sono in notevole ritardo. Ricordiamoci che manca poco più di un mese all’Esposizione Universale!
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