Ha fatto scoop la notizia di tre sordi coreani fermati recentemente ad Expo da un uomo in divisa perché scambiati per black bloc. I tre uomini indossavano una maglietta con scritto: “No Deaf? No Expo”, e cioè tradotto, niente sordi? niente Expo. Mara Paola Domini, la presidentessa di Ens Lombardia (L’Ente nazionale sordi) è da un po’ che protesta, perché Expo non sarebbe attrezzato per i non udenti e nemmeno per i non vedenti, come segnala l’articolo di Simone Fanti sul Corriere della Sera.
Domini ha dichiarato sul Corriere: “Nulla o veramente poco all’Expo è stato fatto per i sordi”. In effetti, durante il suo tour, il giornalista Fanti ha notato che sul sito espositivo quasi nessuno parlava la lingua dei segni e, in certi Padiglioni, la luce era talmente bassa che è stato difficile decifrare i pochi segnali presenti. Anche per i non vedenti la situazione non è migliore: se il percorso dalla metro ad Expo è provvisto di strisce podotattili, non si può dire lo stesso per i Padiglioni. Antonino Cotroneo, un ragazzo ipovedente, che quindi è dotato di una visibilità molto ridotta, ha raccontato sempre sul Corriere: “Grazie alle mappe in braille posso raggiungere ogni posto dell’Expo. Sono ben fatte, ma dopo l’ingresso… le colonne d’ercole, il buio più completo. Non una didascalia in braille e pochissimi oggetti da toccare”.
Il problema che i disabili non udenti e non vedenti non sono riconoscibili come quelli con problemi motori che viaggiano in carrozzina; sono come trasparenti e, se dovesse esserci un’emergenza, loro non possono sentire la sirena.
La Società Expo ha talmente pensato poco ai disabili che non sentono e non vedono che i tre sventurati sordi coreani hanno dovuto attendere l’arrivo d’interpreti e responsabili dell’Ens per spiegare all’uomo in divisa che non erano black bloc, ma stavano semplicemente protestando.
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